Dario Zaffaroni




Percorso artistico

Dario Zaffaroni, dopo gli studi di Disegno Industriale, si avvicina alla pittura da autodidatta con lavori di impronta figurativa-chiarista, per proseguire in un percorso di ricerca volto ad affermare un proprio stile pittorico. Nel 1964 tiene, a Legnano, la sua prima personale, e negli anni successivi, fino al 1968, altre mostre in varie località.
Le tappe della sua evoluzione artistica, caratterizzata dalla continua sperimentazione di nuovi modi e mezzi creativi, sono segnate da incontri e sodalizi significativi, ispiratori di una svolta radicale, tra cui quello, umano e artistico, e non di sola assistenza, con Dadamaino, nel 1968, e successivamente con artisti dell’avanguardia milanese, tra cui Calderara, Colombo, Minoli, Spagnulo, Tornquist, Varisco ed altri emergenti.
Il contatto e la visione dei loro lavori lo ispirano, indirizzandolo principalmente verso lo studio del colore e la percezione visiva.
In questo ambito, dopo una riflessione operativa, concretizza la sua ricerca sviluppando un ciclo di nuovi lavori basati sull’utilizzo delle carte fluorescenti.
Le prime opere, definite “Cromodinamiche fluorescenti” e “Modularità fluorescenti”, sono realizzate esclusivamente con carte fluorescenti limitatamente precolorate in 9 tonalità, ritagliate e composte con rigore matematico in forme geometriche, anche tridimensionali. La tendenza optical-cinetica di quegli anni è una delle basi progettuali di queste opere, in cui la composizione dinamica  delle carte, abbinata al bagliore fluorescente, evidenzia, all’osservatore in movimento, il cromo-cinetismo dell’opera.
Contemporaneamente l’artista Zaffaroni integra il ciclo “dei Fluorescenti” con altre originali opere definite “Rulli”.
Ognuna di queste opere è composta da una serie di rulli cartonati, rivestiti singolarmente da carte fluorescenti e di altra natura, che, nel loro insieme, permettono di visualizzare le tre composizioni base programmate.
L’intento creativo di queste opere è quello di permettere al fruitore di trasformarsi in co-creatore. Rullando o riposizionando manualmente i cilindri, l’osservatore può infatti realizzare innumerevoli composizioni, a seconda del numero di cilindri componenti l’opera.
Negli anni 1969-1970, memore degli studi professionali, Dario Zaffaroni collabora estemporaneamente con altri colleghi o collettivi, sviluppando la sua creatività per proporre o realizzare “ambientazioni d’esterni”, atte a dimostrare l’alienazione ecologico-esistenziale nelle città e nelle campagne.
In particolare Dadamaino lo vuole come assistente alla manifestazione “Campo Urbano” a Como, durante la quale vengono rilasciate sulle acque del lago, all’interno del molo, un migliaio di piastrelle in polistirolo, decorate con grafismi fosforescenti, per generare suggestive riflessioni luminescenti “automotorie”.
Successivamente Dadamaino, invitata dal Centre National d’Art Contemporain a partecipare alla manifestazione parigina ”Environnement lumino-cinétique”, si avvale della  collaborazione di Zaffaroni per realizzare il progetto-idea di 20 “Environnement” sur la Place du Châtelet, a Parigi, che verrà segnalato come secondo miglior progetto, dopo quello di Christo, su 110 proposti.
Nel 1971 Zaffaroni, Dadamaino e M. Mondani, su invito del Central Artistic Environment del “Catchword Potash Mine” di Bad Salzdetfurth, città mineraria della Germania, propongono un eterogeneo progetto-idea volto alla salvaguardia dell’ecologia locale.
Nel 1972 Zaffaroni, Dadamaino, M. Mondani e G. Cajelli costituiscono il “Collettivo di Controinformazione Milano”, e partecipano a nuove manifestazioni artistiche, proponendo lavori di opinione critica nei confronti del messaggio consumistico e pubblicitario.
Nel 1973 Zaffaroni, con il collettivo Artisti del Borgo e il coinvolgimento dei residenti del quartiere Nuova Torretta di Sesto San Giovanni, partecipa alla “13° Piazzetta Artisti nel quartiere”, realizzando un corridoio-labirinto in cui il visitatore viene sollecitato ad intervenire come co-creatore, per contrapporre all’iconografia artistica proposta quella della sua realtà quotidiana. La documentazione letteraria e fotografica dell’evento viene ripresentata nel 1976 da E. Crispolti alla Biennale di Venezia “Ambiente come Sociale” e, nel 2011, al Museo del ‘900 a Milano.
Nello stesso anno, Zaffaroni con una personale e la prefazione in catalogo di Dadamaino, presenta in anteprima, i suoi originali lavori fluorescenti, all’Associazione Artistica Legnanese.
Sempre nel ’73 partecipa con alcune opere alla rassegna “Arte Contemporanea” al Museo Civico di Bologna e nell’anno successivo alla “Rassegna Contemporanea” al Museo Civico di Reggio Emilia.
Nel 1975 tre sue opere fluorescenti vengono esposte alla “X Quadriennale Nazionale di Roma, La Nuova Generazione”.
Nel contempo, con E. Tadini e C. D’angelo, è tra gli artisti italiani invitati alla “X Internationalen Malerwochen”. Ospitato nella residenza-lavoro per artisti presso l’Università Agraria di Gleisdorf, realizza cinque opere, acquisite e presentate dalla Neue Galerie am Landesmuseum Joanneum a Graz, in Austria, dove esporrà nuovamente nel 1985, testimoniando l’evoluzione creativa del decennio ‘75/’85, e nel 2008-2009 nell’ambito della grande rassegna “Italienische Kunst 1960-1990”, documentata dal volume, “Viaggio in Italia”.  
L’accurata ricerca di “Cromodinamiche fluorescenti” gli consente di raggiungere significativi esiti, sia artistici che analitici, legati all’utilizzo dei colori fluorescenti.
Nel contempo, tra gli anni 70 e i primi anni 80, avvertita l’esigenza di volgere la sua creatività verso espressioni più incontrollate e accidentali, elabora un nuovo ciclo di opere caratterizzate dall’iterazione di un minimale segno grafico “X”, casualmente colorato, su una superficie quadrettata, il cui riempimento viene esaltato da una cromo-texture, definita “Superficie cromatica indeterminata”.
Questa nuova modalità espressiva viene presentata nel 1976, con prefazione in catalogo di Dadamaino, alla Galleria Arte Struktura di Anna Canali a Milano.
Nei decenni ’80/’90, oltre alla partecipazione a mostre o eventi in varie città nazionali ed internazionali, l’attività artistica di Dario Zaffaroni si sviluppa maggiormente nel campo dell’advertising, della fotografia e del design, sia come Art Director, sia come free lance. Questo parallelismo creativo lo impegna saltuariamente anche all’estero. In particolare, su committenza del GMR Group: cura, alle Seychelles, l’Images Corporate di Finanziarie e Resort del gruppo, crea i marchi SeyTè e SeyCafè coi relativi packagings della Tea Company, realizza il book fotografico “Images Seychelles”, cura, in Svizzera, il reportages fotografico della band Seychellese al Festival di Montreaux, e, in Sud Africa, cura la fotografia e le riprese del video “I Lucchesi nel mondo”.
Negli anni a seguire Zaffaroni lavora principalmente in Italia, abbandona l’advertising, per dedicarsi unicamente all’attività artistica.
Attratto e ispirato dallo stile pittorico dei murales dell’etnia Ndebele, visti in Sud Africa, affronta con nuovi criteri e mezzi tecnologici i lavori del ciclo Superfici Cromatiche Indeterminate, sostituendo l’iterazione manuale del segno compositivo “X” con un mosaico di maxi pixel cromo-digitali, eseguito a  computer.
L’evoluzione di questa ricerca computerizzata si concretizza nei primi anni del duemila con le opere definite “Fuori Campo” o “Codice Cromatico Indeterminato”, nelle quali la sovrapposizione di grafismi cromo-digitali su campiture cromatiche determina una percettibile e immaginaria mappa “Codice-Genetico”.
L’evoluzione dell’arte contemporanea ha costantemente spinto Zaffaroni verso metodologie e tecniche esecutive sempre più innovative, concretizzatesi in particolare nelle opere più recenti, definite “Geometrie polidinamiche”, in cui l’interazione delle carte fluorescenti con altre diversificate, orienta la percezione visiva dell’osservatore più verso una geometria-dinamica, che verso il bagliore della cromia fluorescente.
Dopo varie esposizioni, ritenute concluse le precedenti ricerche, il percorso artistico e lo stile pittorico di Zaffaroni si focalizzano principalmente su peculiari opere “Fluorescenti” e “Geometrie polidinamiche” che diventano la sua identità artistica.
Alcune recenti presenze significative: Nel 2010 una sua opera entra nelle acquisizioni del Museo Parisi-Valle di Maccagno. Nel 2011, con un gruppo di giovani artisti, apre a New York, nella centralissima 5th Avenue, l’autogestita Mitic Art Gallery ed espone alla New York ArtExpo. Tiziana Manca lo invita a partecipare con una personale a Fiera Arte Accessibile Milano. Nel 2012, espone alla Galleria Proposte D’Arte a Legnano. Nel 2013 la Concept 4d di A. Ferrari lo presenta in esclusiva al LINK ART FAIR a Hong Kong ed alla “BIM Bank Gallery” a Lugano, in Svizzera. Nel 2014 Stefano Cortina lo invita con una personale nella sua galleria Cortina Arte a Milano, presentato a catalogo da Tommaso Trini e l'intervista di Susanne Capolongo, e lo segnala alla Frankfurter Westend Galerie di Francoforte, ove esporrà con una personale nel 2015 e nelle successive collettive del 2016/19/23. Sempre nel 2014, è invitato con una personale allo Spazio Pedraglio a Como. Nel 2015 Andrea Palmieri lo invita con una personale nella sua Galleria Palmieri a Busto Arsizio, presentato a catalogo da Stefano Cortina. Nel 2019 Alessandro Paolo Mantovani lo invita con una personale nel suo Spazio Stradedars a Milano. Nel 2022 la Galleria Colonna Arte Contemporanea lo presenta in diversi special televisivi e nel 2023 con una personale alla Fondazione Luciana Matalon a Milano.


L’attività artistica di Zaffaroni prosegue con mostre personali e collettive in Gallerie, Civici Musei, Fiere, Aste, e Televendite d’Arte.

 

Dario Zaffaroni è membro delle Associazioni:
• AAL - Associazione Artistica Legnanese

• ALAPV - Associazione Liberi Artisti della Provincia di Varese

• La Permanente di Milano


Hanno scritto o presentato Dario Zaffaroni:
G.P. Conti, Giuseppe Bruno, Pedro Fiori, Dadamaino, Fabrizio Rovesti, Melina Scalise, A. Bonito Oliva (per gli artisti della MiticArt a New York), Andrea Ferrari, Achille Pedraglio, Susanne Capolongo, Dario Ferrè, Tommaso Trini, Stefano Cortina, Alessandro Mantovani, Palmira Rigamonti



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